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1734.33 ПОСЛАНИЕ ДЖУЗЕППЕ ДЖУСТИ. Epistolario di Giuseppe Giusti 1859 г.

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Th Jul 18, 2024, 11:32 AM
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Палітурка : тверда

Рік видання : 1859

Мова видання : іноземна


 
Тема:
История
Автор:
ДЖУЗЕППЕ ДЖУСТИ
Издатель:
Ле МОНЬЕ
Версия:
ПЕРВЫЙ
Язык:
Итальянский
Дата публикации:
1859 г.
Название публикации:
ЭПИСТОЛЯРИЯ ДЖУЗЕППА ДЖУСТИ, ЗАКАЗАННАЯ ФРАССИ. Pubblicato per la prima volta per cura di Giovanni Frassi, intimo amico del poeta, nel 1859, l'"Epistolario" di Giuseppe Giusti segue da vicino la vita del poeta. Il Giusti fu in rapporti di intima amicizia con uomini che ebbero una parte notevole o eminante nella storia civile e letteraria d'Italia nel periodo del Risorgimento; egli sentì fortemente l'amicizia, e il suo animo naturalmente chiuso e ombroso si apriva con quelli in confidenze, sfoghi, conversazioni letterarie e politiche, che recano lume sul suo carattere, sulle sue pene interiori, sugl'intenti e il travaglio di elaborazione della sua poesia, nonché sulle condizioni politiche e letterarie della Toscana fra il 1835 e il 1848. Questa parte, che senza dubbio è la più importante dell'"Epistolario", può dividersi in due grandi gruppi, che corrispondono alle due fasi della sua maturità. Il primo gruppo comprende la corrispondenza con quello che si potrebbe chiamare "il cenacolo di Pisa", cioè la cerchia di amici cominciata a comporsi al tempo spensierato dello studentato in quella università, poi allargatosi con altri, pisani o livornesi, o residenti in quelle due città. Sono gli amici del primo tempo, la cui immagine si lega ai ricordi della "baraonda tanto gioconda": con essi il poeta ha accenti di abbandono e di tenerezza a lui non comuni, e di essi egli risentì fortemente in quel tempo l'influsso in materia politica. Questo circolo pisano-livornese era, secondo lo spirito prevalente del paese, di tendenza radicale e anticlericale: a esso appartengono, primi in ordine di tempo, quel Frassi che fu poi il primo editore dell'epistolario, a cui premise un'affettuosa biografia piena di ricordi personali, ed Enrico Mayer, l'eminente pedagogista, in politica mazziniano, che esercitò una notevole influenza in quegli anni sullo spirito dell'amico. In casa Mayer il Giusti ebbe occasione di conoscere quasi tutta la democrazia toscana, e contrasse in mezzo a questa nuove amicizie: i due fratelli Orlandini, Atto Vannucci, Giuseppe Montanelli, il Guerrazzi. Questi gli aprirono le porte presso il Giordani e G.B. Niccolini, a Firenze. Ma intorno al 1840 altre influenze si mescolarono prima a quelle del cenacolo pisano, poi sottentrarono a esse con l'andare del tempo e col rapido maturare degli avvenimenti politici. Il nuovo gruppo di amici può chiamarsi cenacolo manzoniano, perché, facendo centro in Alessandro Manzoni, è costituito di parenti e amici di lui: i due generi Massimo d'Azeglio e Giovan Battista Giorgini e la signora Giorgini, cioè Vittoria Manzoni, Tommaso Grossi ecc. Alle influenze liberali-moderate manzoniane si aggiunsero negli ultimi anni quelle di tendenza anche più conservatrice di Gino Capponi; sicché allo scoppio della crisi rivoluzionaria (1848-1849) il Giusti si trovò quasi all'estremo opposto del punto da cui era partito (...).
 
 

 

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